
È tutto quello che resta, nessuno ci aveva preparato per la devastazioni a venire, quindi, tutto ciò che era possibile, non era altro che sconfitta.
Dato questo presupposto, non avevamo nulla da perdere.
Ci sembrò inevitabile cambiare tutto. L’unico modo per farlo realmente era iniziando con il devastare ogni cosa.
Ci avevano ridotto a un grumo di rancore, la vendetta sembrava meravigliosa e inevitabile come la fioritura dei ciliegi in primavera.
Quindi attaccammo.
Essenziale era identificare il nemico, ma non fu difficile, per quanto cercassero di distrarci era evidente che il nemico fosse proprio chi cercava di distrarci.
Da quel momento fu chiaro che ogni singola informazione non era altro che un’arma puntata contro la nostra lucidità.
Imparammo velocemente ad usare contro il nemico la sua stessa arma.
Fu così che la verità divenne indifferente, l’unica funzione di ogni singola parola, di ogni singolo atto divenne la vendetta.
Ci eravamo completamente liberati dalla pietà. Eravamo pronti ad affermare qualsiasi cosa pur di sgretolare le certezze del nemico in un rantolo d’angoscia.
La ragione non aveva più alcun valore.
L’unica funzione dello stato è impedire il benessere del popolo. Affinché sia sempre necessario governarlo.
La religione esiste per separare l’uomo da ciò che in lui è sacro.
I centri per l’impiego sono lo strumento che garantisce un ampio bacino di schiavi disponibili ad accettare di essere definiti disoccupati.
I servizi sociali sono la garanzia che le disuguaglianze sociali siano necessarie e insuperabili.
L’informazione mediatica è la menzogna sistematica senza la quale non sarebbe possibile mantenere l’ignoranza necessaria al mantenimento della coltre di incertezza che separa gli individui dalla consapevolezza della loro condizione di schiavitù.
La tecnologia è l’orizzonte che delimita il possibile.
Ma questo era solo l’inizio.
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