* Difetto ereditano dei filosofi. – UMANO, TROPPO UMANO

Allora mi ricordai delle parole di Platone
e Ie sentii tutt’a un tratto nel cuore:
” Tutto cia che e umano non è, in complesso,
degno di essere preso molto sui serio; tuttavia … ”
Nietzsche

2.* Difetto ereditano dei filosofi. Tutti i filosofi hanno il
comune difetto di partire dall’uomo attuale e di credere
di giungere allo scopo attraverso un’analisi della stesso.
Inavvertitamente «1’Uomo» si configura alIa loro mente
come una tl!terna veritas, come un’entita fissa in ogni
vortice, come una misura certa delle cose. Ma tutto cio
che il filosofo enuncia sull’uomo, non e in fondo altro
che una testimonianza sulI’uomo di un periodo molto
limitato. La mancanza di senso storico e il difetto ereditario
di tutti i filosofi; molti addirittura prendono di
punto in bianco la piu recente configurazione dell’uomo,
quale essa si e venuta delineando sotto la pressione di
detenninate religioni, anzi di determinati avvenimenti
politici, come la forma fissa dalla quale si debba partire.
Non vogliono capire che l’uomo e divenuto e che anche
la facolta di conoscere e divenuta; mentre alcuni di
loro si fanno addirittura fabbricare, da questa facolta di
conoscere, l’intero mondo. Ora tutto l’essenziale delI’evoluzione
umana e avvenuto in tempi remotissimi, assai
prima di quei quattromila anni che alI’incirca conosciamo
e durante i quali I’uomo non pub essere gran che
cambiato. * Ma nell’uomo attuale il filosofo vede «istinti»
e suppone che essi appartengano ai fatti immutabili dell’uomo
e possano quindi fomire una chiave alIa comprensione
del mondo in generale: tutta Ia teologia e
basata suI fatto che delI’uomo degli ultimi quattro miIlenni
si parla come di un uomo eterno, al quale tendono
naturalmente dalla Ioro origine tutte Ie cose del mondo.
Ma tutto e divenuto; non ci sono fatti eterni: cosi come
non ci sono verita assolute. Per conseguenza il filosofare
storieo e da ora in poi necessario, e con esso Ia virtu
della modestia.

Friedrich Nietzsche
Umano, troppo umano, I
e Frammenti postumi
(1876-1878)

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