Se cercate un colpevole non avete che da guardarvi allo specchio.

Perché, è nella misura con la quale questa società non vi ha emarginato, la prova che vi avete aderito.

Mentre ora vigliaccamente vi indignate per l’orrore che questa civiltà ha reso possibile, non vi rammentate che è il coraggio di restare fedeli a voi stessi, che vi è mancato, ogni qualvolta avete accettato i suoi compromessi . La meraviglia e lo stupore per tutto ciò che accade è la reminiscenza di quel rimosso.

Vi ho visto, mentre rinunciavate con entusiastico edonismo, a tutto ciò che c’è di essenziale e gratuito, per acquisire l’inutile e il superfluo.

Mentre edificavate con affannata partecipazione le vostre identità digitali, attribuendovi le ambizioni apprese alla scuola dei palinsesti spettacolari. Mentre cercavate disperatamente una prova della vostra stessa esistenza nel cuore dell’irreale, del dogmatico sfavillare dei modelli e dei ruoli proposti dalla società del consumo.

Soltanto per sentirvi ancora al di sopra di chi ancora conservava, a caro prezzo, l’ingenuità necessaria a provare stupore di fronte alla vita. Miseria del privilegio del sentirsi migliori.

Ora siete voi i sacrificabili, ora è tardi per rivendicare la solidarietà con gli ultimi e gli emarginati.

Avete rinunciato al coraggio della sincerità per avere la possibilità di adornare di xenofobie le vostre miserie, vergognose, ma umane.

Vi ho visto mentre aderivate con fervore agli irrinunciabili progressi della civiltà, incoronandovi di suprematismo , mentre guardavate con un ghigno di disprezzo i costumi dei popoli “barbari”, mentre stabilivate la misura della decenza a partire dal compiacimento autoriferito dei canoni del progresso. Mentre vi inebriavate di cultura senza mai metterne in discussione il genocidio che ne fonda le premesse.

Ma ogni scelta tecnica è , irrimediabilmente, una scelta etica.  

Ora che il progresso vi rende reprobi dell’autentico, mutilati della presenza, aderenti ad ogni lusso, tranne che all’appartenere a voi stessi, ora lo intendete.

La natura da cui vi siete orgogliosamente emancipati ora vi espelle, delle vostre arroganti conquiste non resteranno che macerie. Del progresso non resteranno che i tetri scarti dell’alienazione, sulle cui rovine , a concime, germoglieranno implacabili le mute necessità.

Se cercate un colpevole non avete che da guardarvi allo specchio.

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