Heidegger e la cibernetica

«Non v’è bisogno d’essere profeta per riconoscere che le scienze moderne, nel
loro lavoro d’installazione, non tarderanno ad essere determinate e pilotate
dalla nuova scienza di base, la cibernetica. Questa scienza corrisponde alla
determinazione dell’uomo come essere la cui essenza è l’attività in ambiente
sociale. Essa è in effetti la teoria avente per oggetto l’assunzione nelle proprie
mani della possibile pianificazione e dell’organizzazione del lavoro umano.»
Martin Heidegger, La fine della filosofia e il compito del pensiero, 1966
«Ma d’altro lato la cibernetica si vede obbligata a riconoscere che, nel tempo
presente, non è ancora compiuta una regolazione generale dell’esistenza
umana. Ciò perché l’uomo svolge ancora provvisoriamente la funzione, nel
dominio universale della scienza cibernetica, di ‘fattore di perturbazione’. I
piani e le azioni umane, apparentemente liberi, agiscono in maniera perturbante.
Ma molto recentemente la scienza ha preso possesso anche di questo
campo dell’esistenza umana. Essa intraprende l’esplorazione e la pianificazione,
rigorosamente metodica, del possibile avvenire dell’uomo che agisce.
Essa registra le informazioni su ciò che è pianificabile dell’uomo.»
Martin Heidegger, L’origine dell’arte e la destinazione del pensiero, 1967

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